Cassazione Penale: il decorso del termine di 90 giorni dall’entrata in vigore della Riforma Cartabia senza che sia fornita prova dell’avvenuta presentazione della querela determina l’improcedibilità dell’azione penale.

A distanza di qualche mese dalla sua entrata in vigore iniziano a vedersi gli effetti, della cd. riforma Cartabia circa il mutamento del regime di procedibilità per numerosi reati (ad es. furto aggravato, lesioni stradali ecc.), che un tempo erano procedibili d’ufficio.   

Nella pronuncia che ci accingiamo a commentare, la Corte di Cassazione rileva come la Riforma Cartabia sia ispirata a esigenze di semplificazione e come la stessa non abbia previsto alcun avviso alle persone offese in merito al mutamento del regime di procedibilità, né tantomeno un onere all’Autorità Giudiziaria procedente di informarsi presso la persona offesa o gli uffici della polizia giudiziaria circa l’avvenuta eventuale presentazione della querela.  

La Corte di Cassazione con sentenza n. 31451 del 19.07.2023 ha, infatti, affermato il seguente principio di diritto: “il decorso del termine di novanta giorni dall’entrata in vigore del d.lgs n. 150/2022 senza che l’autorità giudiziaria procedente riceva la prova dell’avvenuta presentazione di querela, a seguito della modifica del regime di procedibilità del reato introdotta dalla predetta normativa, impone la immediata pronuncia della declaratoria di improcedibilità per mancanza di querela, non essendo previsto un formale avviso alla persona offesa della necessità della sua presentazione”.  

Sulla scorta di tale principio la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Roma che aveva condannato un uomo per il reato di furto aggravato, dopo aver rilevato d’ufficio che la persona offesa aveva presentato querela oltre il termine di 90 giorni dall’entrata in vigore della riforma.

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